Corallo e sangue
di Vincenzo D’Ambrosio
Poi c’è quella cosa
che nella notte di spine e difetto,
quasi non riesco a ricordare,
confusa tra sonno e sogno
tra ricordo e fantasia.
Sarà la gioventù, forse l’amore.
Mi volto indietro e li vedo,
fermi da tempo in stazioni lontane,
come viaggiatori stanchi,
smarriti nel tempo.
Fino a quando, ancora,
mi sorprende l’alba;
la vedo dove il mare si fa cielo
che si sfrega gli occhi assonnata,
sospirando speranze …
La luce del cielo ora
è ancora blu in alto,
rosa al confine dell’infinito,
corallo e sangue nel cuore dell’orizzonte …
e V. anche oggi guarda il mare.
Adriano Baivè
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